Sunday, October 28, 2018

Maciek Pysz & Daniele di Bonaventura - Coming Home (CALIGOLA RECORDS 2018)


«Coming home» è il quarto album da leader del musicista polacco Maciek Pysz, classe 1982, che fa seguito, nell’ordine, a «Insight» (2013), in trio con Yuri Goloubev e Asaf Sirkis, «A journey» (2015), dove il trio diventa quartetto grazie all’innesto di Daniele di Bonaventura, ed al più recente «London stories», realizzato in duo con il chitarrista Gianluca Corona. Pysz predilige le chitarre acustiche, con cui ha ormai maturato uno stile estremamente personale, lirico e scorrevole, che gli consente di affrontare con grande fluidità e naturalezza anche i passaggi più difficili.

Trasferitosi poco più che ventenne a Londra, dove si è presto messo in luce per la rara facilità nel riuscire ad unire virtuosismo strumentale e fantasia melodica, il chitarrista si è già esibito in molti importanti festival (nel 2013 anche in quello di Londra). Musicista sensibile e raffinato, pregevole compositore, ha quindi avuto occasione di rincontrare Daniele di Bonaventura, costituendo con lui un duo che, dopo una serie di concerti in Italia e Polonia, ma soprattutto dopo questa riuscita incisione, realizzata da Stefano Amerio, sembra poter diventare stabile.

Di Bonaventura, fra i più apprezzati bandoneonisti italiani, soprattutto per la lunga collaborazione con Paolo Fresu, che ha contribuito ad aumentarne la popolarità, è anche uno splendido compositore e pianista – si ascoltino a tal proposito More & more e Blue tango di Pysz, ma anche il suo Tango, con relativa breve introduzione improvvisata – anche se in questa veste meno apprezzato di quanto meriterebbe. Album crepuscolare, come il titolo lascia chiaramente intendere, «Coming home» è giocato su sottili sfumature e melodie intense ma appena sussurrate, capaci di dilatarsi oltre ogni aspettativa. 

Pysz riesce a farlo per esempio, grazie al sapiente uso della chitarra elettrica, nel brano che dà il titolo all’album, e di cui costituisce un’ideale chiusura. Non manca qualche episodio più disteso e movimentato – Nadir, Paquito e I gazzillori su tutti – ma alla fine è sempre la malinconia del tango a dominare gran parte del lavoro. E’ un “ritorno a casa” insomma, che unisce la gioia nel ritrovare gli affetti più cari alla nostalgia di quello che ci si è lasciati alle spalle.