Tuesday, October 30, 2018

Domenico Caliri Cal Trio - Aria Mossa (CALIGOLA RECORDS 2018)


Tra i più importanti chitarristi jazz italiani degli ultimi vent’anni, Domenico Caliri non è, contrariamente a molti suoi colleghi, musicista discograficamente prolifico, soprattutto come leader. Proprio per questo ogni suo nuovo lavoro, sempre lungamente meditato, risulta pregnante di contenuti e non delude quasi mai i suoi numerosi estimatori.

In questo suo quarto disco per Caligola il chitarrista siciliano, ormai bolognese d’adozione, rispolvera quel Cal Trio che tanto aveva fatto parlare di sé nello scorso decennio, quando al suo fianco c’erano Antonio Borghini e Cristiano Calcagnile, poi sostituito da Federico Scettri. Da un paio d’anni – dopo la faticosa ma esaltante esperienza con l’ensemble allargato di «Camera lirica» (2014) – Caliri è tornato a frequentare la formazione a lui molto congeniale del trio, trovandosi a suonare abbastanza regolarmente con il contrabbassista Stefano Senni ed il batterista Marco Frattini.

Concerto dopo concerto è così rinato, dopo qualche anno di pausa, il Cal Trio, delineando un’identità sempre più precisa ed originale, tanto da spingere il suo leader a scrivere nuova musica e quindi a registrarla. Con l’unica eccezione rappresentata da My mind on a surf, composta nel 2013 per «Dialoghi a corde», disco registrato in duo con Ares Tavolazzi e pubblicato nel 2015 dall’Onyx Club di Matera, tutte le altre composizioni sono state scritte fra il 2015 ed il 2018; Nini G. proprio a ridosso della registrazione.

Sia i brani più impegnativi, come Aria mossa e Serpe, caratterizzati da arpeggi veloci e continui cambi di tempo, che quelli apparentemente più “leggeri” e scanzonati, come la già citata My mind on a surf o la latineggiante M’usciau, hanno in comune la ricerca di una cantabilità melodica ed allo stesso tempo l’irregolarità, spesso imprevedibile, della struttura ritmica.

Tutti i brani del chitarrista sono infatti allo stesso tempo melodici e “storti”, una caratteristica consolidata del suo stile compositivo, ed il lavoro svolto dalla solida coppia ritmica formata da Senni e Frattini per cercare di smussare degli angoli spesso molto spigolosi, risulta a tal fine encomiabile e prezioso.