Sunday, October 28, 2018
Pietro Tonolo / Michele Calgaro / Paolo Birro / Salvatore Maiore / Mauro Beggio - Deep Art Men (CALIGOLA RECORDS 2018)
Da qualche anno ormai il jazz è diventato corso di laurea nei Conservatori italiani. Il rischio, per una musica che si è sempre distinta per l’esuberante vitalità e la sincera voglia di suonare dei musicisti, è quello di sedersi sugli allori passati, accontentandosi di un banale deja–vu. Ciò non è successo a Vicenza, dove cinque talentuosi ed affermati jazzisti si sono incontrati fra le mura di un conservatorio ed hanno deciso oltre che di insegnarvi, di suonare insieme facendolo nella maniera più naturale possibile: un repertorio di brani originali, alcuni concerti per rodarlo, e poi tutti in studio di registrazione per cementare il gruppo intorno ad un prodotto comune.
Anche il titolo dato al disco dell’inedito quintetto lo conferma, visto che «Deep Art Men» ci ricorda chiaramente che si tratta degli insegnanti del Dipartimento Jazz del Conservatorio A.Pedrollo di Vicenza. Tornano utili al proposito le note di copertina scritte da Federico Benedetti, sassofonista, già allievo di Pietro Tonolo, che al suo maestro ha dedicato la traccia conclusiva dell’album, Tonolulu. Creatività ed entusiasmo traspaiono infatti “… nella solare serenità di Airport, con Birro sorprendente al piano elettrico; in Dettato, brano tranquillo ma allo stesso tempo deciso ed incalzante; negli shorteriani Progression e Porto Franco, dove Calgaro si mostra particolarmente eloquente, ma anche nella magia notturna di Bluerik, geniale omaggio postmoderno a Satie, che Tonolo colora delle numerose sorprese che riesce ad estrarre dal suo sax tenore …”.
Merita ancora di venire ricordata “… tra le altre numerose perle, Ammentos, una vera festa, che evoca la ricchezza di tutti i sud del mondo, in cui Maiore e Beggio tessono con efficacia un caleidoscopio poliritmico in cui tutti si gettano a capofitto in un gioco scoppiettante di idee sonore …”. Un disco da ascoltare con la massima attenzione, perché in grado di riservare nuove e belle sorprese ad ogni successivo ascolto.
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Maciek Pysz & Daniele di Bonaventura - Coming Home (CALIGOLA RECORDS 2018)
«Coming home» è il quarto album da leader del musicista polacco Maciek Pysz, classe 1982, che fa seguito, nell’ordine, a «Insight» (2013), in trio con Yuri Goloubev e Asaf Sirkis, «A journey» (2015), dove il trio diventa quartetto grazie all’innesto di Daniele di Bonaventura, ed al più recente «London stories», realizzato in duo con il chitarrista Gianluca Corona. Pysz predilige le chitarre acustiche, con cui ha ormai maturato uno stile estremamente personale, lirico e scorrevole, che gli consente di affrontare con grande fluidità e naturalezza anche i passaggi più difficili.
Trasferitosi poco più che ventenne a Londra, dove si è presto messo in luce per la rara facilità nel riuscire ad unire virtuosismo strumentale e fantasia melodica, il chitarrista si è già esibito in molti importanti festival (nel 2013 anche in quello di Londra). Musicista sensibile e raffinato, pregevole compositore, ha quindi avuto occasione di rincontrare Daniele di Bonaventura, costituendo con lui un duo che, dopo una serie di concerti in Italia e Polonia, ma soprattutto dopo questa riuscita incisione, realizzata da Stefano Amerio, sembra poter diventare stabile.
Di Bonaventura, fra i più apprezzati bandoneonisti italiani, soprattutto per la lunga collaborazione con Paolo Fresu, che ha contribuito ad aumentarne la popolarità, è anche uno splendido compositore e pianista – si ascoltino a tal proposito More & more e Blue tango di Pysz, ma anche il suo Tango, con relativa breve introduzione improvvisata – anche se in questa veste meno apprezzato di quanto meriterebbe. Album crepuscolare, come il titolo lascia chiaramente intendere, «Coming home» è giocato su sottili sfumature e melodie intense ma appena sussurrate, capaci di dilatarsi oltre ogni aspettativa.
Pysz riesce a farlo per esempio, grazie al sapiente uso della chitarra elettrica, nel brano che dà il titolo all’album, e di cui costituisce un’ideale chiusura. Non manca qualche episodio più disteso e movimentato – Nadir, Paquito e I gazzillori su tutti – ma alla fine è sempre la malinconia del tango a dominare gran parte del lavoro. E’ un “ritorno a casa” insomma, che unisce la gioia nel ritrovare gli affetti più cari alla nostalgia di quello che ci si è lasciati alle spalle.
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Baba Sissoko - Mediterranean Blues (CALIGOLA RECORDS 2018)
Baba Sissoko, griot e polistrumentista del Mali, classe 1963, ha stabilito da ormai 18 anni la sua residenza in Calabria, e la sua è diventata quindi una presenza costante (e di spicco) nel panorama musicale italiano. Attivo artefice della diffusione della tradizione musicale del suo paese nel mondo, nell’Art Ensemble del “dopo–Bowie” Sissoko ha avuto modo di mescolare l’amadran – che per molti studiosi è all’origine del blues – con il jazz e le musiche popolari afro–americane.
Le successive prestigiose collaborazioni con Omar Sosa, Dee Dee Bridgewater e Roberto Fonseca, non hanno soltanto consolidato la sua fama internazionale, ma ci hanno anche fatto capire che la sua preferenza va a tutti quei musicisti che, a partire da un approccio tradizionale al jazz, hanno gradualmente spostato la loro ricerca verso le origini africane di tutta la musica nero–americana: blues, jazz e soul. Dopo il riuscito «Jazz (R)evolution» – firmato con Antonello Salis e Don Moye, trio di fatto paritetico – Sissoko torna a pubblicare per Caligola un altro lavoro “live”, ma stavolta fortemente sbilanciato verso il blues.
Le canzoni eseguite nel concerto siciliano ci raccontano alla fine una vera e propria storia, e lo fanno nel più tipico stile del leader. Proprio il blues (o l’amadran se preferite), che ci racconta storie che nascono nell’anima di chi le canta, rappresenta per Sissoko una grande occasione di incontro fra diverse culture ed il titolo, «Mediterranean Blues» – che è anche il brano di apertura del disco – assume un significato altamente simbolico, perché proprio il mare Mediterraneo, oggi luogo di morte e contrasti, ha invece da sempre favorito l’incontro fra culture, popoli e tradizioni diverse
Affiancato dal suo collaudato gruppo elettrico, dove convivono mirabilmente Mali, Camerun e Sud Italia, Sissoko ha voluto accentuare la componente blues del progetto invitando in alcuni brani come ospiti Domenico e Fabrizio Canale (padre e figlio), apprezzati bluesman calabresi, ed in quest’occasione anche eccellenti armonicisti.
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Maurizio Brunod / Giorgio Li Calzi / Boris Savoldelli - Nostalgia Progressiva (CALIGOLA RECORDS 2018)
Il titolo potrebbe trarre in inganno. Non siamo di fronte ad un’operazione che guarda con nostalgia al passato, nella fattispecie alla stagione d’oro del rock progressivo. D’altro canto tre musicisti lucidi e creativi come Maurizio Brunod, Giorgio Li Calzi e Boris Savoldelli non potevano accontentarsi di toccare solo queste corde. I 10 brani selezionati vengono riletti con i mezzi offerti dalle nuove tecnologie ma soprattutto con la consapevolezza che i 40 anni (e più …) che ci separano da quelle storiche registrazioni non sono passati invano. E’ il jazz, condito da un sapiente uso dell’elettronica, a guidare il trio in questa personale rilettura di un repertorio che non è poi tutto e solo “progressivo”.
C’è il jazz–rock dei Nucleus di Ian Carr e dei Soft Machine di Robert Wyatt, c’è Elvis Costello, ci sono i Beatles più onirici a rendere ancor più cangianti le atmosfere musicali. Se i King Crimson fanno la parte del leone, vanno ricordate anche le riletture dei Kraftwerk e delle Orme. Sottolinea nelle sue esaurienti note di copertina il critico John Ephland (DownBeat): “Non è un approccio tanto avanguardistico quanto riflessivo, quello che hanno avuto i tre straordinari musicisti, capace di scavare a fondo su canzoni ricche di spunti sia melodici che ritmici, forse prendendo in giro quello che loro stessi avevano più amato in ciascun brano. Non ci sono gli eccessi del prog rock più convenzionale, ed infatti il brano più lungo supera di poco i 10 minuti, mentre tutti gli altri durano fra i 4 ed i 6 minuti. In altre parole, non siamo di fronte ad un’operazione nostalgica, dove la musica è riproposta da chi si accontenta di rivivere il passato ...”.
Da precisare come il progetto sia stato realizzato in tempi davvero rapidi. Alcuni riusciti concerti hanno convinto il trio sulla necessità di registrare. Tutto è stato fatto in un sol giorno, quasi in presa diretta, alla vecchia maniera. L’alchimia è risultata magica, e l’album appare estremamente fresco, sincero e naturale.
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Omit Five - Omit Five (CALIGOLA RECORDS 2018)
Omit Five was born in 2010 in the Conservatory of Rovigo, as an extension of the laboratory of improvisation of the Master Degree courses. Drawing his inspiration from jazz masters such as Miles Davis, Wayne Shorter, Dave Douglas and Dave Holland, the quintet has quickly elaborated a proposal that is more and more personal, succeeding in creating a repertoire of original tunes which have become part of this first but already convincing recording. Certainly the self–esteem of the band was enhanced by the victory obtained in the jazz section of the National Prize of the Arts 2010/2011, in which bands from all over Italy had taken part. Only one year later Omit Five have other new finished songs, already played live and that will constitute their now forthcoming second album. Tying the post–bop tradition with completely acoustic sonorities, the quintet winks at what new has emerged during the last years from the New Yorker and north–European vanguard scene. Even if they are all about 25 years old, the musicians have been able to lessen juvenile passion and enthusiasm with the rationality derived from their studies with the Rovigo’s teachers Moreover, Omit Five express the attempt to merge two different geographical areas, a southern one, represented by the drummer Simone Sferruzza, from Palermo, and the guitarist Joseph Circelli, from Campania, and a Venetian one. This area is related to the trombonist Filippo Vignato, from Vicenza, who has moved some time ago to the Venice dry land, where the saxophonist Mattia Dalla Pozza and the double bass player Rosa Brunello work too. Among the ten tracks, if the suggestive Oclupaca, which is one of the little–known songs of the last Ellington’s production, and Shiny things, by Tom Waits, are excluded, two compositions are by Brunello, two by Vignato, one by Sferruzza and three by Circelli.
Thus Omit Five’s music is the result of a really collective and equal work, where even the varied timbric and rhythmic–harmonic solutions, resulting from the taste and sensibility of the different composers, are nevertheless attributable to a well–defined sonority. This could already suffice to be satisfied of what has been achieved in such a short time by five jazzmen we shall surely hear a lot about soon.
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Zoe Pia - Shardana (CALIGOLA RECORDS 2018)
his is a debut album – and what a debut! – for the young Sardinian clarinettist and composer Zoe Pia, who has developed a project within the F.Venezze Conservatory of Rovigo, attended after her graduation in Cagliari, where she first specialized in chamber music and then enrolled in the Jazz Department directed by Marco Tamburini. Right at Venezze Conservatory the clarinet player has found the musicians (and friends) capable of co–interpret her music with passion, and of inserting in the project tones and colours unexpected even for those familiar with the vanguard. Roberto De Nittis, keyboards, Glauco Benedetti, tuba – now much more than a promise of the young Italian jazz – and Sebastian Mannutza, also Sardinian and from the classical world, violin and drums (brother of Luca, an affirmed jazz pianist), have been more than just partners and reliable instrumentalists, contributing proactively to the success of the recording.
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Mars Williams - Mars Williams presents: An Ayler XMas Vol 2 (2018)
Saxophonist Mars Williams is most famous as a member of The Psychedelic Furs, but has proven his jazz bona fides with Peter Brötzmann and Ken Vandermark, and while guiding Liquid Soul and Hal Russell's NRG Ensemble, to name just a few. (His rock CV is also varied, including Akron New Wave band The Waitresses and work with Billy Idol, Ministry, Massacre, and many more.) He also leads the Albert Ayler tribute band Witches & Devils, and out of their holiday concerts grew a unique tradition.
One look at this album's track titles and you'll understand the concept here. One listen and you'll hear that, as odd as that concept may seem, it's brilliantly effective, with the disparate melodies working together in their common projection of joy and celebration. And it's worth noting that Williams's worlds collide on track 3 here, featuring The Waitresses' biggest hit, "Christmas Wrapping", on which Williams played on the original recording.
After enjoying “An Ayler Xmas” Vol. 1 last year, ESP invited him to make vol. 2 a co-release of Williams's Soul What label and ESP-Disk', the top Ayler label.
Mars will be supporting the release with both Witches & Devils' annual Xmas show and tours in the U.S. and Europe using renowned local musicians.
Tracks 1, 3, 4 recorded live at The Hungry Brain, Chicago
Featuring: WITCHES & DEVILS
Mars Williams – Saxes, Toy Instruments
Josh Berman – Cornet
Fred Lonberg-holm - Cello
Jim Baker – Piano, Arp Synth, Viola
Kent Kessler - Bass
Brian Sandstrom – Bass, Guitar, Trumpet
Steve Hunt – Drums, Percussion
Jeb Bishop, trombone (track 1 only)
Tracks 2, 5 recorded live at Porgy & Bess, Vienna, Austria
Featuring:
Mars Williams – Sax, Toy Instruments
Thomas Berghammer - Trumpet
Hermann Stangassinger - Bass
Didi Kern – Drums, Percussion
Christof Kurzmann – lloopp, vocals
TRACKS 1,2 CONTAIN MUSIC WRITTEN BY:
ALBERT AYLER (Syndicore/BMI)
TRACK 3 CONTAINS MUSIC WRITTEN BY:
ALBERT AYLER (BMI) © Spurt Music (BMI)
CHRIS BUTLER (Future Fossil Music / BMI)
TRACKS 4 CONTAINS MUSIC WRITTEN BY:
ALBERT AYLER (Syndicore/BMI)
KATHERINE K. DAVIS (EMI MILLS MUSIC / ASCAP)
TRACK 5 CONTAINS MUSIC WRITTEN BY:
ALBERT AYLER (ROUND HILL MUSIC / BMI)
HOLIDAY SONGS: PUBLIC DOMAIN
ARRANGED BY: MARS WILLIAMS (Music From Mars /BMI)
TRACKS 1, 3, 4
RECORDED, MIXED & MASTERED BY: DAVE ZUCHOWSKI
TRACK 2, 5
RECORDED BY: Porgy & Bess, Vienna
DESIGN BY: RICH GOOD
SOUL WHAT RECORDS / ESP disk'
SWR 0004
1. XMAS MEDLEY 15:15
2. O TANNENBAUM - SPIRITS - 12 DAYS OF CHRISTMAS (VIENNA) 11:35
3. LOVE CRY - CHRISTMAS WRAPPING 04:41
4. CAROL OF THE DRUM - BELLS - O COME EMMANUEL - JOY TO THE WORLD 17:24
5. UNIVERSAL INDIANS - WE WISH YOU A MERRY XMAS (VIENNA) 04:49
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